Un sempre nel mai

Ho letto più volte “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery, libro che è stato un caso editoriale con milioni di copie vendute in tutto il mondo. Così intriso di filosofia questo romanzo mi ha affascinato fin dalla prima, per me, difficoltosa lettura e tanto in me ha scavato…


Nel romanzo tre personaggi che si incontrano in un palazzo di Parigi spiccano per profondità d’animo. Da un lato c’è Renée Michel, portinaia, e dall’altro troviamo Paloma, una ragazzina che abita nello stesso stabile in cui Renée lavora. Sembrerebbero due persone come tante, ma in realtà ciascuna nasconde un segreto: Renée, contro ogni stereotipo della portinaia sciatta e ignorante, coltiva in segreto la passione per la lettura, l’arte e la cultura; Paloma, invece, stanca della mediocrità che la circonda, ha pianificato di suicidarsi il giorno del suo tredicesimo compleanno.


Paloma e Renée si incontrano e si riconoscono come anime simili grazie all’arrivo di un terzo personaggio: Kakuro Ozu, un signore giapponese. Questi saprà aprire il cuore della portinaia, farne uscire tutti i sentimenti ed i segreti più oscuri, liberarla dal peso del suo incognito durato quindici anni e, insieme a lei, farà capire a Paloma qualcosa in più sulla vita, qualcosa che nemmeno l’intelletto della ragazza aveva saputo cogliere.

“Non preoccuparti, Renée, non mi suiciderò e non darò fuoco proprio a un bel niente.
Perché d’ora in poi, per te, andrò alla ricerca dei sempre nel mai.
La bellezza, qui, in questo mondo.”

Molto di me è racchiuso nelle riflessioni di monsieur Ozu una persona attenta, in grado di vedere al di là delle apparenze e di legare questi due personaggi femminili così acuti.
Negli altri cerco sempre di vedere bene, ascoltare, capire. Trovo che troppo spesso ci si soffermi all’apparenza, a tal punto che mi capita di apostrofare amici e colleghi con un: “ma hai guardato bene dentro quella persona?”

“Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell’attimo una gemma di infinito?”

Odio litigare e sono fermamente convinto che la gentilezza tornerà di moda. Credo nell’utilità della sofferenza, penso però che sia inutile rimuginare su di essa.
Sento una somiglianza anche con il personaggio di Renée, come lei sono un intimista profondo. Credo che la riservatezza sia un plus nel mio mestiere, anche per questo conservo le confidenze più intime, più riservate che non riguardano solo gli affari, gli investimenti o il patrimonio.

Come Renée ho pochi amici ma è talmente profonda l’amicizia con loro che sono meglio dello psicologo per me. Intessere nuove relazioni è sempre il motore che accanto alle consolidate mi dà lo sprint per affrontare ogni lunga giornata.
Trovo che sia importante cambiare idea, evolvere ed esplorare. Doveroso considerare la lunga esperienza ma anche capire che il mondo evolve velocemente e spesso, quindi, è meglio tenerla nel cassetto.

“Madame Michel ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti.”

Sono il professionista amico di famiglia: ascolto prima di parlare e mi presento con domande che mi aiutano a capire quali bisogni ci sono dietro una persona.
Perché è importante la figura del consulente finanziario? Vorrei dirlo ancora con una citazione da “L’eleganza del riccio”:

“In realtà temiamo il domani solo perché non sappiamo costruire il presente e quando non sappiamo costruire il presente ci illudiamo che saremo capaci di farlo domani, e rimaniamo fregati perché domani finisce sempre per diventare oggi.”

Proprio come Renée sono una persona comune che cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro, ma come lei ho anche moltissimi interessi che si intrecciano alla mia attività completandola e arricchendola.

Pieter Claesz Nature morte (1633) Schloss Wilhelmshöhe

Che cosa fa l’Arte per noi? Dà forma e rende visibili le nostre emozioni e conferisce loro quell’impronta di eternità che recano tutte le opere le quali, attraverso una forma particolare, sanno incarnare l’universalità degli affetti umani.
Aspiriamo a un piacere senza ricerca, sogniamo una condizione felice che non abbia inizio né fine e in cui la bellezza non sia più finalità né progetto, ma divenga la certezza stessa della nostra natura. Ebbene, questa condizione è l’Arte.
Quando guardiamo una natura morta, quando ci deliziamo di una bellezza che non abbiamo perseguito e che porta in sé la raffigurazione glorificata e immobile delle cose, godiamo di ciò che non abbiamo dovuto bramare, contempliamo ciò che non è stato necessario volere, amiamo ciò che non è stato necessario desiderare.
Quindi la natura morta incarna la quintessenza dell’Arte, la certezza del senza tempo, perché essa raffigura una bellezza che parla al nostro desiderio ma è generata dal desiderio altrui, perché si accorda al nostro piacere senza entrare in nessuno dei nostri piani, perché si dona a noi senza che ci sforziamo di desiderarla.
Nella scena muta, senza vita né movimento, si incarna un tempo privo di progetti, una perfezione strappata alla durata e alla sua logora avidità – un piacere senza desiderio, un’esistenza senza durata, una bellezza senza volontà.
Giacché l’Arte è l’emozione senza il desiderio.

Pubblicato da fabiomontini65

Sono un Wealth Advisor iscritto all’albo unico dei consulenti finanziari. Mi occupo di Wealth Management e offro servizi legati alla gestione patrimoniale dei miei assistiti.

2 pensieri riguardo “Un sempre nel mai

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Fabio Montini Wealth Management

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading