Cercando un centro di gravità permanente…

Secondo un’indagine dei Consulenti del lavoro, oltre quattro lavoratori su dieci, impegnati nei settori colpiti dalla crisi aggravata dalla pandemia, hanno meno di 35 anni. Superiore alla media l’incidenza di donne e contratti precari, così come del part-time. La precarietà sembra essere ormai diventata prerogativa delle giovani generazioni che sono impreparate a gestire gli effetti della situazione generata dalla congiuntura sfavorevole.


Quando tutto sembra crollare occorre mantenere calma, lucidità ed esperienza, adottare una forma mentis che, anche nelle situazioni più difficili, stabilisce priorità, metodi, sequenze funzionali.


Cerco un centro di gravità permanente cantava Franco Battiato nell’album “La voce del padrone” nel lontano 1981. Sono passati quarant’anni e questo senso di precarietà interiore si è trasformato in un vero e proprio precariato…

Mantenere la calma… Un approccio che va praticato anche nel campo degli investimenti finanziari, soprattutto in una fase di passaggio delicata come quella che stiamo vivendo.

Ora che da modelli di vita lineari stiamo passando a modelli di vita ciclici in cui alterneremo periodi di lavoro a periodi di riposo, di studio e formazione che saranno essenziali per rimanere attivi nel mondo del lavoro in cui si richiede di apprendere continuamente nuove competenze. Vivere più a lungo significa anche dover riconvertire il proprio stile di vita e prepararci a dire addio all’idea della pensione così come la intendiamo oggi.

Infine dovremmo imparare a fare nostro l’assioma dello psichiatra Paolo Crepet secondo cui la precarietà è un’opportunità di crescita perché

“finchè sei precario anche l’identità è precaria, sei un bambino. Cresci anche a vent’anni se ti sei buttato a fare qualcosa, se ti stai lanciando in qualche impresa, questo aiuta a formarsi un’identità e a superare l’ansia che assilla milioni di persone”.

Flessibilità e personalizzazione saranno le parole chiave che il consulente dovrà tenere a mente. Il mio aiuto va nella direzione del saper indirizzare ed educare alla scelta migliore mettendo al vostro servizio la mia professionalità per aiutarvi a capire cosa occorre per raggiungere i vostri obiettivi tenendo presente vincoli e preferenze.

Le nuove generazioni si troveranno ad affrontare la vita senza modelli significativi a causa dei cambiamenti repentini delle tecnologie e del mondo del lavoro. Per questo non si può prescindere da una buona educazione finanziaria che deve essere un gioco di squadra in cui ognuno ha un ruolo specifico nell’attuare tre azioni importantissime: proteggere, prevenire, tutelare.

Educare è diverso da istruire, lo spiega Umberto Galimberti nel suo libro “La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo”  

Dello smarrimento giovanile, Galimberti dà responsabilità anche alla famiglia, ma è soprattutto sul ruolo della scuola che intravede le carenze maggiori.

“Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo”.

Il sistema dell’istruzione, secondo Galimberti, fa “passare una nozione da una testa all’altra” cioè istruisce che è cosa ben diversa dall’educazione.

Educare significa seguire un ragazzo nel suo passaggio dallo stato pulsionale allo stato emozionale, in modo che abbia una risonante emotiva nei suoi comportamenti, e riesca a capire la differenza tra corteggiare una ragazza e stuprarla, tra insultare un professore e pigliarlo a calci. Educare vuol dire poi portare al sentimento, perché i sentimenti sono fenomeni culturali, non naturali, quindi si imparano.” (Umberto Galimberti)

Ma i ragazzi vanno educati anche finanziariamente e se la scuola non colma questa grave carenza dobbiamo trovare il modo di farlo noi agendo con l’aiuto di un professionista che potrà consigliarci come accendere un fondo pensione fin da piccoli per esempio, oppure come attuare un piano d’accumulo per l’università dei figli.

Gli anni da vivere in pensione sono in media più di 20. Alla luce del continuo allungamento delle aspettative di vita della popolazione, soprattutto le generazioni più giovani, che non potranno contare sul welfare pubblico, non possono prescindere dalla pianificazione di questa fase cruciale della loro vita” (Paolo Galvani, Co-fondatore e Presidente di Moneyfarm)

Educare in campo finanziario significa, infatti, agire, dare un esempio ai propri figli che potranno così usufruire dei vantaggi derivati sì dai nostri sacrifici ma anche attuare un confronto qualificato e fare un gioco di squadra mettendo in pratica consigli e strategie economiche.

Pubblicato da fabiomontini65

Sono un Wealth Advisor iscritto all’albo unico dei consulenti finanziari. Mi occupo di Wealth Management e offro servizi legati alla gestione patrimoniale dei miei assistiti.

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