
Se per Socrate la dialettica è l’atteggiamento del vero filosofo, rivolto alla ricerca della verità attraverso il dialogo costruttivo e il dubbio è la consapevolezza di sé, a partire dalla quale egli riconosce come falsa e illusoria ogni forma di sapere che non derivi dalla propria interiorità, per Cartesio, l’attività di pensiero che si esprime nel dubitare (Cogito) è la condizione che permette di dedurre l’essere o la verità: Cogito ergo sum, ovvero «dubito, quindi sono».
Praticare il dubbio è un atteggiamento che ci permette di rimanere centrati nella verità, assunto tanto più vero quando viene applicato dal consulente finanziario che in sede di colloquio porrà al proprio assistito una serie di dubbi attraverso i quali si svilupperà la strategia più idonea al caso. È importante sottolineare che la base imprescindibile del rapporto tra consulente e assistito è la verità: la trasparenza su cui si fonda questo rapporto è essenziale alla buona riuscita di qualsiasi operazione o consulenza.
Come non andiamo dal medico o dallo psicologo a raccontare bugie così dovremmo fare con il consulente il quale ci aiuterà non solo ponendoci dei dubbi ma mettendoci di fronte a dei divieti e a dei no, quando, ad esempio, non è il caso di affrontare certi investimenti.
Su queste basi si costruisce una relazione solida tra consulente e assistito, relazione che porterà vantaggi concreti e l’aiuto più idoneo a risolvere i problemi posti in sede di consulenza.
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