Consigliare, se richiesto

“È proibito dare consigli quando la gente non li chiede”

è una delle tante celebri frasi attribuite a Eduardo De Filippo. Considerato uno dei più importanti autori italiani del Novecento Eduardo resta, ancora oggi, assieme a Luigi Pirandello, Dario Fo e Carlo Goldoni, uno degli autori teatrali italiani più apprezzati e rappresentati all’estero. E proprio con Luigi Pirandello nel 1933 ebbe luogo un incontro fortuito che portò a decisive collaborazioni e al salto di qualità che lo portò a calcare i più prestigiosi teatri italiani. Proprio a Pirandello penso quando nella vicenda personale o professionale incontro persone inconsapevolmente mascherate che talvolta non sanno ciò che vogliono.

“Alla base del pensiero pirandelliano c’è una concezione vitalistica della realtà: tutta la realtà è vita, perpetuo movimento vitale, inteso come eterno divenire, incessante trasformazione da uno stato all’altro. Tutto ciò che si stacca da questo flusso, e assume forma distinta e individuale, si rapprende, si irrigidisce, comincia secondo Pirandello a morire. Così avviene per l’uomo: si distacca dall’universale assumendo una forma individuale entro cui si costringe, una maschera (“persona”) con la quale si presenta a sé stesso. Non esiste però la sola forma che l’io dà a sé stesso; nella società esistono anche le forme che ogni io dà a tutti gli altri. E in questa moltiplicazione l’io perde la sua individualità, da «uno» diviene «centomila», quindi «nessuno».”

(Sandro Salamandra da “Uno, nessuno e centomila)

L’ascolto attivo è la soluzione per capire ciò che intende il cliente: quello che per il consulente, nel suo agire razionale, è ovvio, non lo è molto spesso per l’interlocutore.

Il consiglio richiesto viene – appunto – richiesto a una persona che pensiamo possa aiutarci davvero, un’amica, un confidente, un consulente, uno specialista  – dato che lo decidiamo noi – in un momento in cui siamo recettivi e disponibili per affrontare una certa questione. Insomma è da evitare la tentazione di voler “educare” gli altri a tutti i costi.

Un consiglio non richiesto non andrebbe mai dato! Anche perché un consiglio non richiesto suona quasi sempre come un giudizio. Ecco perché ci irrita! Meglio quindi che il consulente proceda nel suo mestiere che è “consigliare” una volta ottenuto il “lasciapassare” dal suo assistito. E comunque dare  l’esempio che è sicuramente meglio di dare un consiglio non richiesto.

Un ragionamento che piacerebbe al Prof. Carlo M. Cipolla, che nel suo celebre saggio “Le leggi fondamentali della stupidità” mostra un grafico lapalissiano che illustra come sia meglio agire da intelligenti – facendo del bene a sé stessi e agli altri – piuttosto che agire da stupidi, facendo del male a sé stessi e agli altri.

“In qualunque mestiere, in qualunque professione è bene tenere conto di questo: chi lavora egoisticamente non arriva a niente. Chi lavora altruisticamente se lo ritrova, il lavoro fatto”

direbbe ancora Eduardo.

Lavorare altruisticamente significa infatti saper cogliere il momento giusto e nel caso di un consiglio il momento ricettivo in cui il proprio intervento è risolutivo.

Pubblicato da fabiomontini65

Sono un Wealth Advisor iscritto all’albo unico dei consulenti finanziari. Mi occupo di Wealth Management e offro servizi legati alla gestione patrimoniale dei miei assistiti.

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