Scommetto o investo?
“Per me è zero!” questo molti colleghi o ragionamenti suggeriscono del Bitcoin. In effetti ogni soggetto è libero di investire negli asset su cui crede: quadri, penne, azioni, immobili e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia qualunque trend si insegua dovrebbe essere chiaro l’obiettivo: per esempio mi è nato un figlio, compro un monolocale a Milano perché fra vent’anni potrà essergli utile per gli studi, oppure la sua rendita sarà interessante per finanziarli. Evidentemente chi compra bitcoin come asset ha in sé una consapevolezza di questo tipo ma razionalmente sta, invece, facendo una scommessa.
“Zero non esiste è tutto misurabile” (all’inizio i pitagorici) ma poi nel corso dei secoli si è arrivati a dare verità certa a tutto quello che si vede, alcuni rapporti danno come risultato un numero infinito e hanno aperto al “pensiero razionale”.
E se ci si rivolge a un consulente finanziario è per avere un aiuto a districarsi nella propria emotività a dare razionalità alle scelte di investimento e magari delegare a un gestore patrimoniale che possa navigare al meglio in un oceano vasto, talvolta in tempesta, e farci arrivare in porto.
C’è poca chiarezza nel mondo delle valute digitali, vengono strumentalizzati i concetti fino ad arrivare a vere e proprie truffe nelle quali si può incorrere: le polizie di tutto il mondo indagano sull’utilizzo illecito da parte della criminalità ora che il sistema tradizionale è messo più al sicuro in termini di riciclaggio. C’è in ballo qualcosa di molto grande a livello politico se da anni per esempio la Cina sta studiando di introdurre il Renminbi digitale, se Facebook va verso il metaverso e la volontà di una propria criptovaluta.
Di cosa stiamo parlando?
CRYPTO PLATFORMS basate su blockchain, ci si può scambiare qualsiasi asset ma in esse, se aperte, tra il nodo di partenza e quello di arrivo può celarsi l’identità di chi sta dietro;
CRYPTO ASSET cioè oggetti di investimento digitali, ce ne sono tantissimi, come i bitcoin, potrebbero essere anche considerati fuorilegge, non c’è uno Stato o una Banca Centrale ad assicurarne la convertibilità, sono asset virtuali come per esempio un derivato, un futures e andrebbero come questi destinati a investitori istituzionali e regolamentati;
CRYPTO CURRENCIES cioè valute digitali nelle quali sicuramente e giustamente verranno a collocarsi l’euro digitale e le altre valute garantite da Stati e banche centrali, perché non è serio lasciare circolare valute generate da algoritmi, in mano a privati, che minano la politica monetaria, la fissazione dei tassi di cambio, di interesse, l’inflazione, la tutela del risparmio e il controllo sugli asset di investimento.
Quando mi si chiede di investire in crypto quindi come consulente finanziario faccio la domanda in premessa: riguardo ai suoi risparmi, vuole scommettere o vuole investire?
precedentemente pubblicato in We Wealth