
È forse uno dei pezzi più celebri del Maestro Indro Montanelli, nel giugno del 1976, invitò a votare DC come male minore….
Anni dopo lasciò il Giornale che aveva fondato in polemica con la scelta dell’editore di scendere in campo in politica…
Onestà intellettuale oltre che le capacità di penna…
Vita e carriera lunghissime ben riassunte qui.
È stato un genio del giornalismo. Non un santo, come tutti i giornalisti, ma sicuramente la sua onestà intellettuale è solida e verificata nei tanti lustri di professione.
Non ho mai condiviso le sue idee ma l’ho letto sempre tanto volentieri: trovo molto formativo leggere Maestri che non la pensano come me, sono cresciuto criticando e ironizzando persino con me stesso cercando sempre di interpretare mettendomi in discussione.
Nella vita e nel mestiere per me è utile questo atteggiamento, spesso scomodo, ma nel lungo periodo a mio parere appagante…
Non sarò un Re… faccio il mio mestiere da “bravo ragazzo”
«Guardo molto dentro me stesso. Non è rabbia: è autoanalisi. Serve a farmi capire gli altri, ma serve anche a me per resistere all’omologazione imperante.» (Giorgio Gaber)
«Poi mi sono chiesto se [il] successo, la popolarità e il denaro che ne derivava dovessero condizionare la mia vita, le mie scelte. […] Rispetto al denaro, io penso che se si riesce a guadagnare una lira di più di quello che è necessario per vivere discretamente si è ricchi» (Giorgio Gaber)
Se leggo Indro Montanelli capisco al volo: non cerca di condizionarmi; resto delle mie idee e sento comunque che posso migliorarle e anche cambiarle. Lasciare spazio, crescere anche dai propri errori è un processo che matura e si acquisisce infine con il tempo.
Di lui ho letto molto, soprattutto “La storia d’Italia” che ha scritto con Cervi (conservo i volumetti) e tutti gli articoli … Quando fondó “la Voce”, a 85 anni, io ero più o meno trentenne, leggevo quel giornale e se non condividevo i contenuti apprezzavo tanto lo stile: il “toscanaccio”, che poi in Toscana non è vissuto per molto… È stato veramente un punto di riferimento.
Ascoltare le tesi di professionisti competenti e onesti mi fa migliorare. Nella professione di consulente finanziario, che poi ho abbracciato, la formazione è continua: la tecnica innanzi tutto che riguarda i temi della finanza, del patrimonio, dell’impresa; la relazione, l’ascolto… Imparo dai professori nei corsi di aggiornamento professionale, e imparo facendo. Fare per un consulente finanziario significa incontrare e si impara ogni giorno incontrando i vecchi clienti coni quali non è mai tutto scontato, i nuovi che sono linfa e occasione costante per mettersi alla prova, i colleghi con cui si scambiano contenuti professionali.
Imparare facendo, incontrare, ascoltare, capire e condividere un percorso strategico.
Cosa si cerca in un consulente?
Tecnicismo. Come in tutti i professionisti deve essere tecnicamente competente e sapere scegliere Gestori Patrimoniali, Robo-Advisor e interfacciarsi con fiscalisti e patrimonialisti.
Legame emotivo che fa scaturire la “fiducia”.
Ed è solo quando c’è la fiducia che si comincia a ragionare sul percorso.
Cosa mi sento chiedere?
“Voglio essere consigliato in modo indipendente! Per i miei soldi non voglio interferenze con i prodotti. Non voglio essere oggetto di campagne di vendita”.
Indipendenza è una caratteristica della persona, dell’essere e, come tale, è una garanzia per tutti coloro che l’apprezzano, la cercano, la praticano.
Se cerchi un consulente indipendente è la persona e non la qualifica a renderlo tale, si riconosce perché prima di tutto lavora con passione e trasmette valori.
Chi si fa guidare dai valori nella vita e nell’attività è indipendente e saprà essere razionale se vuoi un aiuto alla tua logica ma soprattutto saprà riconoscere gli aspetti emotivi emergenti e per questo saprà darti, tutela, sicurezza e anche adrenalina per brevi, coraggiosi percorsi.
È una condizione di onestà, indipendenza di giudizio, dubbio funzionale che in prima persona pratico e ricerco in ogni mia necessità di vita.
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